"La poesia vuole essere detta, vuole respiro, saliva, corpo, voce. Vuole uscire dalla polvere della pagina scritta, dalla letterarietà, dalla camera chiusa del pensiero, sbavarsi in una bocca che porta bene impressa la terra in cui è nata, il pane che ha mangiato, il vino che ha bevuto. La poesia vuole diventare musica. È culto visivo: se si è in tanti ad ascoltarla allora diventa la festa di tanti, una festa del dire e dell'udire."
Mariangela Gualtieri
L'incontro si propone una condivisione di questo rito laico. Leggere poesie insieme, ascoltarle, lasciarle penetrare dentro ognuno di noi affinché possano respirare in noi, risvegliarci, risanarci.
Certo, non tutta la poesia e non tutti i poeti. Non la poesia ridondante e magniloquente, incapace di risuonare con il nostro animo, ma soprattutto incapace di portarci in contatto con la dimensione sorgiva del nostro essere. La poesia che chiamerei “risanativa” è invece una poesia che, come afferma Cavadini, apre un percorso che “prima di essere letterario è un lavoro sull'io, di lenta purificazione”. Una poesia che permette di formarsi e trasformarsi attraverso l’apprendimento di un nuovo modo di guardare ed ascoltare : una rinuncia, una spoliazione, un “esercitarsi al niente” (Gualtieri) per guadagnare profondità e libertà.
Per realizzare ciò, cercheremo, durante la serata, di sospendere l’abituale frenesia indaffarata delle nostre vite per dar luogo, insieme, a una festa del dire e dell'udire.

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